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Posted in Notizie ed Eventi, on 5 novembre 2015, by , 0 Comments

Questo articolo pubblicato sul blog di Puerto Mexico (ex Messico all’Aventino) ci sta a cuore perché nella precedente attività ex Messico all’Aventino molte sono state le false recensioni.

Ringraziamo la fonte: Francesca Spadaro di agrodolce.it

  1. Occhio all’attività del profilo utente: è l’aspetto più importante. Le recensioni sono fatte da individui e di conseguenza le recensioni false sono scritte da individui falsi. Li si riconosce dal numero di recensioni lasciate in un determinato arco di tempo. Certo, anche i più esperti sono partiti da zero, ma hanno sudato, mangiato e speso pur di raggiungere 50, 80 o più di 400 recensioni. Chi si iscrive su TripAdvisor lo fa per raccontare e commentare più luoghi: aver recensito 2 ristoranti in 6 mesi di attività dovrebbe essere sospetto.
  2. La foto: solitamente nei pacchetti che offrono i siti non è inclusa l’opzione recensioni da potenziali veri e utenti e anche fotogenici. Ciò vuol dire che molto spesso gli utenti falsi utilizzano le foto di default che fornisce TripAdvisor o foto impersonali, standard e paesaggi. Prestate attenzione.
  3. Il nome: vi proponiamo di fare un’indagine vera e propria. Prendete un ristorante di una grande città che da poco è entrato nel circuito TripAdvisor, ha poche recensioni ma è già ben posizionato. La maggior parte dei commenti saranno di utenti appena iscritti, con 2 o 3 recensioni massimo, senza foto o con foto di paesaggi e tutti si chiameranno con un nome seguito da una consonante, come Mary P, Franco C e  Luca R: trattasi di una schiera di utenti lobotomizzati senza fantasia o di banali impostori?
  4. Diffidate dalle recensioni piene di tecnicismi sul tipo di cucina, sulla presentazione e sul nome dei piatti: o ci troviamo di fronte a un esercito di persone dalla memoria fotografica che ricordano per filo e per segno quanto mangiato, aspetto del cameriere e nome della cera sui pavimenti, oppure è la stessa struttura che cerca di promuoversi e di risalire in vetta.
  5. Cercate elementi in comune: leggere sia le recensioni negative che quelle positive vi darà una visione di insieme del locale e individuare i punti in comune aiuterà a capire i punti deboli e i punti di forza, i piatti più riusciti e quelli da evitare. Inoltre vi aiuterà a scoprire le voci fuori dal coro, probabili falsi.
  6. Diffidate dall’eccessivo livore. Giornata nera, ruota a terra, ritardo a lavoro, litigio con compagno/a nel ristorante che lui/lei aveva scelto per l’occasione e magari anche vino che sa di tappo: probabilmente la vostra visione non sarà oggettiva e la recensione su TripAdvisor risulterà piena di improperi. È anche possibile che una sera il cuoco distratto sia incorso in una serie di sfortunati eventi, tali da rovinare tutto il servizio e da generare una sfilza di recensioni negative. Ma, attenzione, non è inverosimile che rivali invidiosi tentino di screditare un locale con critiche e giudizi eccessivi, rancorosi e talvolta irrispettosi. In ogni caso, andate avanti.
  7. Osservate numero e qualità delle recensioni del singolo locale: un ristorante, pub, bistrot o qualsiasi altro luogo di ristoro, ha una posizione in classifica affidabile se ha ricevuto più di 500 recensioni, di cui almeno il 70% siano fatte da utenti con più di 20 recensioni a carico e che i giudizi vadano da molto buono a eccellente (non per la veridicità delle stesse ma per la qualità del locale).
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Posted in Notizie ed Eventi, on 31 ottobre 2015, by , 0 Comments

Riportiamo un vecchio articolo del Gambero Rosso sul ristorante messicano Mexico all’Aventino.

Etnico: Que viva ‘Mexico all’Aventino’

Stavolta voliamo a Roma, alla scoperta del tex-mex e delle sue piccanti e gustose varianti. Ecco “Mexico all’Aventino”,  un ristorante versatile e pieno di atmosfera, aperto anche dopo cena…

I sapori, gli odori ed i colori della tradizione messicana accompagnati dalla solarità delle influenze californiane. E’ il ristorante “Mexico All’Aventino”,con le sue atmosfere vivaci, arredi caldi e colorati, musica (ben dosata),a poche centinaia di metri dalla Piramide Cestia a Roma. Frutto di una passione per l’etnico lunga vent’anni, il ristorante – che prima aveva sede nel quartiere Monti- ha mantenuto la stessa filosofia: alta qualità e un sapiente mix di cortesia e professionalità.

Appena 50 coperti (prezzo medio 30 euro), il locale si distingue per eventi e serate a tema organizzate tutto l’anno. “Ci si può venire per un originale e sfizioso aperitivo (dalle 17) a buffet – spiega Vincenzo Bisogni, il direttore del locale- con possibilità di degustare ben 3 vini o semplicemente un cocktail a scelta, oppure per cena o dopocena, con la certezza di trascorrere sempre e comunque una pausa piacevole e rilassante”.

Il menù è tutta una esplosione di tortillas di farina bianca e carni speziate, guacamole, nachos, gazpacho, burritos, enchiladas. Ma i clienti non disdegnano anche piatti a base di pesce. “Tra i più gettonati – continua Vincenzo- Il gran pescato alla Cancun, con pesce spada e gamberoni al lime e cognac in letto di radicchio e avocado, e iCamarones, gamberoni saltati con il chili chipotle (al 14° posto per piccantezza secondo la scala di Scoville n.d.r.) e tequila”.

Non mancano un menu vegetariano, cocktail ben fatti, come moijto, manhattan, margarita, spritz, da accompagnare a stuzzichini vari e una interessante carta dei vini nazionali ma soprattutto internazionali (tra cui etichette chilene, spagnole e argentine).

Michela Di Carlo

26/08/2011

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  • Puerto-Mexico-ristorante-roma
  • Puerto-Mexico-ristorante-roma-3

Posted in Notizie ed Eventi, on 28 ottobre 2015, by , 0 Comments

Ristorante Puerto Mexico festeggia il giorno dei morti, in spagnolo Día de Muertos, ossia è una forma particolare di festa dei defunti tipica della cultura messicana che si osserva anche nel sud-ovest degli Stati Uniti.

Il Giorno dei morti è festeggiato anche in Brasile come “Giorno delle Anime”, ma la festività non presenta radici precolombiane. Le celebrazioni hanno luogo dal 1 al 2 novembre, nello stesso momento in cui vengono celebrate le feste cristiane dell’Ognissanti e della Commemorazione dei defunti.

I festeggiamenti per il Día de Muertos possono durare molti giorni, riprendendo le tradizioni precolombiane che ne sono all’origine, prima che la festa venisse recuperata e adattata dalla Chiesa cattolica.

La festa Día de Muertos viene celebrata con musica, bevande e cibi tradizionali dai colori vivi, combinati a numerose rappresentazioni caricaturali della morte.

Vieni a scoprire cosa Puerto Mexico ha in serbo!!!

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  • Mole poblano
  • Mole poblano con riso

Posted in Ricette della cucina messicana, on 27 ottobre 2015, by , 0 Comments

Il Ristorante messicano Puerto Mexico oggi presenta una ricetta tipica della cucina messicana, il “mole poblano”.

Nella cucina messicana la parola “mole” indica in generale una salsa densa a base di peperoni, frutta secca, spezie e cioccolato in cui viene cotta della carne. Come è ovvio ci sono tante varianti di questa salsa, quella presentata da questa ricetta, il “mole poblano” deve il suo nome alla città di Puebla da cui proviene.

Non preoccupatevi a sentire che ci sono i peperoni la salsa non è assolutamente piccante, ed anche il cioccolato e la frutta secca non la rendono dolce ma solo densa, cremosa e profumatissima. Puerto Mexico vi serve questo mole poblano con il tacchino accompagnandolo con riso in bianco o quinoa.

Ingredienti del mole poblano

(dosi per 4 persone)

Per il tacchino: 1 petto di tacchino da 1 kg circa; 1 spicchio d’aglio; 1 cipolla piccola; olio extravergine-sale.

Per la salsa “mole poblano”: 2 cucchiai di olio extravergine; 2 peperoni verdi piccanti; 3 peperoncini rossi piccanti (freschi o essicati) 400 g salsa di pomodoro; 2 spicchi d’aglio; 75 g di mandorle sgusciate; 40 g di arachidi sgusciate; 2 chiodi di garofano; qualche grano di pepe nero; mezzo cucchiaino di coriandolo; 1 pizzico di cannella; 50 g di cioccolato fondente; 2 cucchiai di zucchero; brodo di tacchino o di altro tipo di carne; sale.

Preparazione del mole poblano

Scaldate il forno a 180°C. In una pentola, scaldate un filo d’olio e fate rosolare il tacchino su tutti i lati insieme all’aglio, alla cipolla affettata grossolanamente. Una volta che il petto sarà rosolato a dovere, trasferitelo in forno coprendo fino a metà con del brodo di carne. Lasciate cuocere circa un’ora, rigirando di tanto in tanto e aggiungendo del brodo se necessario.

Pulite i peperoni e i peperoncini, eliminando i semi, e fateli rosolare per qualche minuto in poco olio, poi eliminate la pellicola esterna bruciacchiata e metteteli in acqua bollente, dove dovranno rimanere a riposare per 2 ore (nel caso utilizziate quelli essicati, metteteli a bagno in acqua tiepida per 30 minuti, prima di cuocerli). Scolateli, frullateli e metteteli in una capace terrina.

Tritate cipolla e aglio e fatelo rosolare nella padella dove avete fatto rosolare i peperoni.
Versate nel frullatore il soffritto di aglio e cipolla, aggiungete un paio di cucchiaiate del brodo di tacchino, frullate per un minuto, quindi versate tutto in una terrina.

Tostate le mandorle in un tegamino, le arachidi, i chiodi di garofano, i grani di pepe, la cannella e la salsa di pomodoro cuocete per cinque o sei minuti, poi versate tutto nel frullatore, mixate bene e poi versate il contenuto nella stessa terrina del precedente composto.

In un tegame fate scaldare un filo d’olio, versate il composto ottenuto e unite poi il cioccolato, lo zucchero, salate, pepate, e dopo quattro o cinque minuti versate nella casseruola 1/2 litro (circa) del brodo di carne. Abbassate la fiamma e fate cuocere per mezz’ora (se vi sembra che la salsa diventi troppo densa aggiungete ancora brodo prima di spegnere). A fuoco spento, lasciate riposare il “mole poblano” per almeno due ore. Passato questo periodo, mettete i pezzi di tacchino nella casseruola del “mole”, rimestate e fate cuocere per dieci minuti.

Potete servire il mole poblano con del riso bianco e dei semi di sesamo tostati.

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